Bilancio import – export cinese nel 2016: l’Italia sorprende per vino e arredamento

Che il 2016 sarebbe stato un anno di cambiamento per gli scambi con la Cina era risaputo. Non stupiscono quindi i dati doganali cinesi, che hanno rilevato una decrescita dello 0.9% del volume degli scambi con l’estero rispetto all’anno precedente. Se le importazioni sono cresciute dello 0.6% e l’export si è tenuto sui due punti percentuali, il surplus commerciale è diminuito del 9.1% nel corso dei dodici mesi.

Si dimostra, tuttavia, l’interesse per gli stati toccati dalla Via della Seta terrestre e marittima. A fianco degli investimenti è cresciuto anche l’export in paesi quali Pakistan (11%), Russia (14.1%), Polonia (11.8%), Bangladesh (9%) e India (6.5%).  Tali cifre si contrappongono a una moderata crescita delle esportazioni in Europa (1.2%), negli USA (0.1%) e la riduzione verso i paesi ASEAN (-2%) che costituiscono il 46.7% del valore totale dell’export cinese.

A trainare le esportazioni cinesi sono le imprese di natura privata, che hanno contribuito al 38.1% sul totale dell’import-export nazionale.

Stringendo sull’Italia, evidenziamo due dati interessanti che palesano le opportunità per l’export di arrendamento e vino nostrano.

La prima buona notizia è rappresentata dalla crescita delle esportazioni di prodotti di arredamento “Made in Italy” in Cina. Guardando al valore, i prodotti italiani hanno registrato un aumento del 17.1% rispetto al 2015 – una crescita importante soprattutto se confrontata al -5.2% riportato dalla Germania. Anche in termini di quantità, l’arredamento italiano è cresciuto del 16.9% mentre i market leader tedeschi hanno riportato una riduzione del 19.7% rispetto all’anno precedente.

Nonostante si piazzi al quinto posto, il vino italiano è il primo per crescita delle esportazioni in Cina. Nel 2016, infatti, il valore dell’export di vino italiano è aumentato del 32% - un tasso di crescita due volte superiore alla media internazionale per il mercato cinese (16%). Il dato è ancora più significativo se lo si confronta con quello dei top players sul mercato: la Francia domina la classifica e spunta una crescita del +10.5% rispetto al 2015, seguono poi Australia (+25.9%), Cile (14.8%) e Spagna (22.7%).

Relativamente agli altri settori, le esportazioni italiane dell’industria chimica si distinguono sia per prodotti chimici organici (+32.3% YoY) che per i prodotti farmaceutici (+8.8% YoY).

Il settore della meccanica, invece, ha visto una contrazione delle importazioni sia per macchine (HS Code 84) che per componenti elettroniche (HS code 85), rispettivamente del -7.1% e del -15.3%. Eppure il volume di importazioni in Cina per entrambi le classi di prodotti sono cresciuti del 18.3% e del 2.3% rispetto all’anno precedente.